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SPAGYRIA

Dio ci ha fatto il dono della Natura di cui l'Uomo non è che la scintilla più nobile del demiurgo.

Nel divenire della Natura sono “sepolte” le leggi che l'Uomo con la sua Intelligenza divina può scoprire allo scopo di “riscattare” se stesso e la Natura tutta dall'Immanenza, ovvero dalle catene dello spazio-tempo.

L'Uomo può operare alla maniera del divino Creatore nella Natura purificando, rettificando, ricongiungendo ciò che è stato estratto dalle pietre, dalle piante e dagli animali.

Ma cosa si estrae da questi individui di Natura?

Oggi noi perseguiamo la purezza di sostanze chimiche con lo scopo di ottenere farmaci che siano quanto più mirati con l'obbiettivo di “uccidere” quei sintomi che manifesta una malattia, meglio un essere malato.

Un contrario che contrasti.

Ma non è sempre stato così e del mondo non vi è solo questa visione in cui è dirottata tutta la conoscenza medica. Dove la ritrovi è' presto detto: nell'antica cultura contadina, ove, molte delle pratiche tradizionali dell'agricoltura, insegnate dai benedettini, un tempo, valenti alchimisti, erano state poste con poco dire e molto fare.

In effetti non era del tutto così; molti tra i contadini sapevano perché in una certa fase dell'anno o del mese lunare non andavano compiute certe operazioni. La maggior parte ripeteva, per tradizione, mantenendo la memoria di queste con proverbi, filastrocche, racconti e leggende che venivano passate da bocca a orecchio, magari di generazione in generazione intorno al focolare alla sera.

Ma detto questo, che cosa sia questa Spagyria, termine che non richiamerebbe nessuna altra parola per lo meno simile nel nostro linguaggio, al contrario di Alchimia, di cui abbonda il nostro scrivere e parlare nella forma di aggettivo e di avverbio, spesso a sproposito, non sembrerebbe chiaro.

Sull'etimologia della parola sono state scritte alcune opinioni. Riportiamo quella più congrua per chi scrive.

Sembra che sia un neologismo greco, utilizzato nei discorsi del medico alchimista Paracelso, “spao” e “geras”, ovvero “estrarre” il “vecchio” (nel senso “di esperienza”), ovvero, con un termine caro al dott. Jung, Archetipo.

Quindi si tratta di estrarre l'aspetto vitale che è contenuto e contiene una parte di quell'individuo di Natura, vegetale, minerale o animale che sia.

Così per ottenere una data nota da un violino, si tenderà la corda affinché vibri proprio con quella. La corda sarà di un certo spessore, lunghezza, nel senso del materiale.

In egual misura per raccogliere in quell'individuo di Natura con quella nota-archetipo in evidenza si dovrà attendere che quella frequenza sia presente al massimo grado nell'Universo.

Quindi sceglieremo quel momento del giorno, della settimana, del mese e dell'anno e di quel luogo laddove raccogliere una determinata pianta che esalti quelle qualità che desideriamo estrarre.

Una volta compiuta questa operazione la successiva sarà quella di manipolare con metodi che richiamano la preparazione del pane, del vino, dell'estrazione antica dei profumi e altre meravigliose tecniche di estrazioni dalle più semplici a quelle più elaborate.

Tutte le operazioni sono scandite da una relazione profonda con ritmi antichi naturali, attraverso la comprensione delle varie fasi operative e la loro relazione analogica a quello che accade in Natura.

Quindi manteniamo questa attenzione a mantenere il più possibile costante la relazione dell'operatore con i ritmi della Natura, rendendogli possibile ottenere un preparato che avrà lo scopo di correggere quella dimenticanza del Sé che si chiama malattia.

Non attraverso un'azione contraria, ma attraverso il rinforzo della forza Vitale dell'individuo, a Dio piacendo, troverà un aiuto alla comprensione e alla risoluzione del proprio stato di sofferenza.

L'operatore, il manipolatore è l'ago della bilancia per ottenere un rimedio che sia poco o tanto efficace. Dipende dall'esperienza, dalla purezza di Cuore e tante altre piccole condizioni di stato individuale che contribuiscono a dare un risultato di una certa qualità.

La Spagyria, a chi avrà la pazienza di entrarci, apparirà come un modo di vivere, di pensare, di agire e di entrare in relazione del tutto naturale con la realtà.

Non per nulla il saggio si Affida alla propria Esperienza nella Carne ovvero nella materia.

 

 

 

 

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